Nella settimana che precede il retour match di Pisa, dal fronte
biglietti arriva il primo “colpo basso”: i tagliandi spediti a Monza sono solo
un migliaio, e questo crea un grosso malcontento nella tifoseria, poiché la
richiesta è ancor più sostenuta. Si cerca di trovare una soluzione diplomatica,
per arrivare almeno a quota 1.500, ma dall’altra parte sembra non ci senta
nessuno.
A surriscaldare l’atmosfera ci
aveva già pensato Leonardo Covarelli, il giovane presidente del Pisa, che nella
sala stampa del “Brianteo”, appena concluso il match di andata, si era presentato
davanti ai taccuini dei cronisti dichiarando di pretendere per la sua squadra
una maggiore tutela nella gara in programma all’Arena Garibaldi. Una furbesca strategia mediatica,
con l’intento di sfruttare appieno il clima ostile che la tifoseria nerazzurra
sta preparando a regola d’arte nei confronti del Monza e dei suoi sostenitori
al seguito.
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PIsa: uno scorcio della curva occupata dai tifosi monzesi. |
Quando entrano in campo i giocatori
biancorossi per la consueta fase di riscaldamento, sembra esplodere il
finimondo: vengono lanciati oggetti di ogni tipo all’indirizzo della squadra di
Sonzogni, uno di questi colpisce di rimbalzo il portiere Rotoli che però evita
di strumentalizzare l’episodio, prendendo regolarmente parte alla gara. Menassi e Montesanto sono di nuovo
disponibili dopo la squalifica: il primo parte titolare, il secondo va in
panchina insieme al recuperato Bertolini. Sonzogni non vuole speculare sul
risultato dell’andata e manda in campo una formazione offensiva: Rotoli, Campi,
Barjie, Coti, Fabiano, Zaffaroni, Iacopino, Menassi, Beretta, Gentile,
Borgobello.
L’arbitro designato per questa
sfida da “dentro o fuori” è il romano Valeri. All’ingresso delle due squadre,
l’Arena Garibaldi somiglia a una Plaza de
toros, mentre in tribuna stampa il trattamento riservato ai tanti
giornalisti monzesi è tutt’altro che amichevole. Ne fa le spese soprattutto
Giancarlo Besana, trattato come fosse un pericoloso hooligan da un nerboruto
steward in versione “Mastro Lindo”. La partita comincia in quel clima creato ad
hoc dallo stato maggiore pisano. Il Monza appare molto concentrato ma sciolto,
fluido, per nulla intimidito da una situazione ambientale che metterebbe in
soggezione chiunque.
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Al 40° il pisano Ceravolo sblocca la gara insaccando da pochi passi |
Al 40°, minuto spesso fatale per le
sorti biancorosse (un esempio per tutti: Monza-Lecce del ’79, gol di Loddi e
anche allora si trattava del 17 giugno…), la gara si sblocca a favore dei
padroni di casa. L’aspetto più paradossale è che si tratta di un gol subìto nel
più classico dei contropiede: con tre soli tocchi, tutti di prima, la squadra
nerazzurra rovescia a suo favore una precedente azione d’attacco monzese, il
triangolo Ferrigno-Biancone-Ceravolo viene chiuso da quest’ultimo con una
comoda carezza al pallone davanti a Rotoli. Il Monza ha il grande merito di non disunirsi,
resta in partita senza concedere vantaggi psicologici ai già gasatissimi
avversari.
La ripresa scorre sui binari di un
reciproco tatticismo, perché il destino di entrambe le squadre balla sul filo
sottilissimo del gol di Ceravolo a fine primo tempo. Facile prevedere che, con
il passare dei minuti, il Pisa cercherà soprattutto di difendere quell’esiguo
gol di vantaggio, provando a colpire di rimessa. Un calcolo che si rivela esatto:
tuttavia i ragazzi di
Sonzogni, pur attaccando, non si gettano allo sbaraglio. In
fondo l’1-0 determinerebbe l’appendice dei tempi supplementari, e allora sì che
potrebbe accadere di tutto. Certo il Monza osa più di quanto avesse fatto nel
primo tempo, senza però riuscire a rendersi davvero pericoloso. Le emozioni più
significative si concentrano nell’ultimo quarto d’ora: al 77° Coti prova a
risolvere una mischia calciando una gran botta, ma la deviazione del pisano
Raimondi che si trova sulla traiettoria è provvidenziale quanto casuale. Sul
rapido capovolgimento di fronte, Ciotola smarca Biancone ma il fuorigioco è
solare, inutile il tocco nella porta sguarnita, Valeri annulla giustamente. D’improvviso, ogni tattica sembra
essere saltata: nella ripartenza biancorossa, Barjie vince un contrasto, entra
in area dal settore sinistro e mette in mezzo per l’accorrente Borgobello.
L’attaccante viene “affossato” da due avversari proprio sotto lo sguardo di
Valeri, la folla pisana ammutolisce, temendo il peggio, ma l’arbitro fa
proseguire.
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Vani assalti biancorossi nel tentativo di pareggiare. |
A nulla valgono, ovviamente, le
furibonde proteste di Borgobello e compagni: dalla tribuna il rigore è sembrato
di un’evidenza quasi imbarazzante, ma siamo a Pisa, all’Arena Garibaldi, sotto
una curva in ebollizione e in un’atmosfera da Girone dantesco. Mettiamola così: se fischiare quel
penalty avrebbe dovuto essere un dovere, non fischiarlo può aver significato
per Valeri e i suoi collaboratori la garanzia di una tranquilla e serena
vecchiaia...
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Pisa-Monza, una gara sul filo dei nervi, destinazione serie B |
L’atteggiamento ostruzionistico del
Pisa rasenta i limiti del lecito: il gioco è spezzettato di continuo e ogni
minuto che trascorre ruba al Monza le ultime scorte di speranza. Il pubblico
toscano è in continua fibrillazione e inizia il conto alla rovescia, mentre i
sostenitori brianzoli invitano Beretta e compagni a non mollare. Il tempo, impietoso, scandisce gli
ultimi istanti di una partita maledetta: Borgobello perde palla sulla tre
quarti, innescando il rapido contropiede nerazzurro, questa volta i tocchi di
palla per il coast to coast sono
soltanto due, Ciotola si fuma Iacopino e Fabiano prima di agitare il
“cucchiaio” davanti a Rotoli.
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Lo "scavino" di Ciotola per il 2-0 finale. |
Finita la partita, ne comincia
subito un’altra sotto il segno di una vergognosa gazzarra, che parte dalla
tribuna stampa, dove i giornalisti monzesi vengono derisi, insultati e anche
spintonati, e che trova il suo apice all’interno del rettangolo di gioco,
invaso da almeno duemila ultrà pisani. Un nutrito gruppo di pseudo tifosi
nerazzurri punta dritto alla curva dove stazionano i “rivali” in attesa di
essere scortati dalla polizia verso l’uscita. Inizia a volare di tutto, oltre
la recinzione che delimita le gradinate: mattoni, sassi, persino cartelloni
pubblicitari. I più esagitati tra i toscani
cercano con insistenza di sfondare il portoncino metallico per entrare in
contatto con i tifosi del Monza: sono lunghi attimi di pura follia che si
mescola al terrore di chi, dall’altra parte della barricata, si sente solo e
impotente, visto che le Forze dell’Ordine tardano colpevolmente
nell’intervenire.
La situazione torna molto lentamente a una
parvenza di normalità. I tifosi biancorossi vengono scortati, finalmente, fino
ai pullman: qualcuno è acciaccato, ferito, i segni di quell’assurda violenza
sono lì a testimoniare l’indecente epilogo di un pomeriggio da dimenticare. Anzi, no: dimenticare non è
possibile, né ammissibile. Smaltita con grande fatica tutta l’amarezza per la
mancata promozione e per i tanti soprusi patiti in terra toscana, il presidente
Begnini parte alla carica e affida la sua civile ma sostenuta protesta a un
comunicato ufficiale, inviato
alla Lega professionisti di serie C, alla F.I.G.C. nonché alla Procura della
Repubblica di Pisa, alla Prefettura e alla Questura.
Abbiamo riassunto la lettera di protesta in questi tratti: “Stupisce oltremodo che, nonostante fossero stati sottoscritti presso la Lega Nazionale di Serie C accordi che, nel rispetto del vigente regolamento, fissavano il tetto massimo di spettatori e di biglietti, per entrambi gli incontri della finale, in 9.950 unità, il 17 giugno 2007 all’Arena Garibaldi fossero presenti ben 15.000 spettatori, come hanno avuto modo di enfatizzare tutti i quotidiani sportivi nazionali. Inoltre, seppure mi fossi oltremodo prodigato, nella partita di andata, per garantire alla dirigenza della squadra toscana tutti i biglietti che mi erano stati richiesti, per la gara di Pisa sono stati messi a disposizione dei tifosi brianzoli soltanto un migliaio di tagliandi”.
La lettera pone poi in rilievo gli
incidenti avvenuti prima e dopo la partita: “Già
all’arrivo il pullman della nostra squadra è stato oggetto di aggressione a
scopo intimidatorio da parte dei tifosi del Pisa e alla fine è risultato
danneggiato in più parti. È poi, assolutamente inaccettabile che l’inizio della partita sia
stato preceduto da un fitto lancio di oggetti contundenti che ha accompagnato
la fase di riscaldamento della mia squadra e che ha avuto come epilogo il lieve
ferimento del portiere Rotoli, che ha preferito per sportività prendere parte
alla gara, sia pure estremamente spaventato per l’accaduto. Riprovevole e da
biasimare è stata poi l’aggressione allo sparuto gruppo di tifosi monzesi che
si è visto assalire dagli ultras pisani i quali, senza alcuna resistenza delle
forze dell’ordine, hanno invaso gli spalti dove si trovavano i tifosi del
Monza, alcuni dei quali hanno subito gravi violenze”.
La protesta formale di Begnini si conclude con una nota rivolta al discutibile comportamento della Forza Pubblica: “Mi riservo, infine, un esposto al Ministero dell’Interno per la manifesta inefficienza dell’autorità di pubblica sicurezza, sia prima che durante lo svolgimento della gara e alla Procura della Repubblica di Pisa per quanto di sua competenza”.
Un messaggio sobrio ma deciso (e purtroppo inutile...), a tutela di una società che, nel tempo, ha spesso contato come il “due di picche”, schiacciata dal peso dei poteri forti e in barba allo spirito preponderante del “vinca il migliore”. Tra le pieghe di questi strascichi extra-sportivi, resta però l’inappellabile verdetto del campo che inchioda il Monza al suo amaro destino, ancora una volta in C-1. Due finali play-off consecutive hanno riavvicinato la società a quella serie B abbandonata nel 2001 ma, seppure con modalità diverse, entrambe le volte è andata male. Giambattista Begnini non demorde, anche se Pisa è una ferita troppo fresca e profonda e ci vorrà del tempo affinché si rimargini.
Abbiamo riassunto la lettera di protesta in questi tratti: “Stupisce oltremodo che, nonostante fossero stati sottoscritti presso la Lega Nazionale di Serie C accordi che, nel rispetto del vigente regolamento, fissavano il tetto massimo di spettatori e di biglietti, per entrambi gli incontri della finale, in 9.950 unità, il 17 giugno 2007 all’Arena Garibaldi fossero presenti ben 15.000 spettatori, come hanno avuto modo di enfatizzare tutti i quotidiani sportivi nazionali. Inoltre, seppure mi fossi oltremodo prodigato, nella partita di andata, per garantire alla dirigenza della squadra toscana tutti i biglietti che mi erano stati richiesti, per la gara di Pisa sono stati messi a disposizione dei tifosi brianzoli soltanto un migliaio di tagliandi”.
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L'invasione dei tifosi pisani (con successivo assalto ai monzesi in curva) |
La protesta formale di Begnini si conclude con una nota rivolta al discutibile comportamento della Forza Pubblica: “Mi riservo, infine, un esposto al Ministero dell’Interno per la manifesta inefficienza dell’autorità di pubblica sicurezza, sia prima che durante lo svolgimento della gara e alla Procura della Repubblica di Pisa per quanto di sua competenza”.
Un messaggio sobrio ma deciso (e purtroppo inutile...), a tutela di una società che, nel tempo, ha spesso contato come il “due di picche”, schiacciata dal peso dei poteri forti e in barba allo spirito preponderante del “vinca il migliore”. Tra le pieghe di questi strascichi extra-sportivi, resta però l’inappellabile verdetto del campo che inchioda il Monza al suo amaro destino, ancora una volta in C-1. Due finali play-off consecutive hanno riavvicinato la società a quella serie B abbandonata nel 2001 ma, seppure con modalità diverse, entrambe le volte è andata male. Giambattista Begnini non demorde, anche se Pisa è una ferita troppo fresca e profonda e ci vorrà del tempo affinché si rimargini.
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